“La mia anima è a Trieste” J.J.

Di Esubalew de Gironcoli

 
Forse non tutti sanno che Trieste il 18.03.2019 ha compiuto trecento anni! Certo qualcuno, memore della Tergeste romana, potrebbe restare piuttosto perplesso ma qui non parliamo della sua fondazione bensì di quando, nel XVIII secolo d.C. Carlo VI, imperatore asburgico, la rese porto franco rendendola uno dei porti più competitivi sulla scacchiera europea.
Hangar Teatri ha voluto ospitare una festa di compleanno per la città, permettendo a molti triestini, anche se alcuni solo d’adozione, di rappresentare alcune delle sue innumerevoli sfaccettature. In molti hanno voluto partecipare portando un dono a Trieste.
Andrea Lausi, fisico triestino, ha deciso di donare una pietra litografica per bussole, retaggio di un suo avo ma anche punto di riflessione per valutare l’orientamento contemporaneo e le strade da intraprendere. Rino Lombardi invece ha portato una girandola, quale dono migliore da parte del Museo della Bora? Elisa Vladilo, come artista triestina impegnata attivamente in interventi artistici negli sazi pubblici ha deciso di donare un bidone di colore È stata poi la volta di Giulia Massolino e Riccardo Laterza come rappresentanti di Trieste Secolo Quarto, offrendo ai propri concittadini la possibilità di partecipare attivamente al futuro della città, ricordando che se i primi tre secoli sono passati ricordando che se i primi tre secoli sono passati il quarto è appena iniziato e noi possiamo viverlo attivamente. (Link per il sondaggio: http://bit.ly/sondaggiots4, link per candidarsi nei gruppi di progettazione: http://bit.ly/progettots4). Riccardo Cepach ha optato per una maglietta con Burton, un oggetto ordinario ed attuale valorizzato da un grande personaggio del passato. Non può mancare una nave se si parla di porto franco, sono stati Federico Sgorbissa e Davide Ludovesi a donarne una (anche se solo un modellino), simbolo anche della correlazione tra progresso commerciale e scientifico (il simbolo della SISSA è la nave di Ulisse). Bisogna anche parlare di vino, più precisamente di una bottiglia di Ribolla portata da Pierluigi Sabatti, era uno dei primi beni commerciali triestini e veniva donato alle autorità in visita. Laila Wadia, scrittrice di origine indiana, ha visto nella jota il simbolo più rappresentativo dell’accoglienza e dell’identità triestina. Kevin Nicolini invece ha presentato Zeno, un’associazione culturale giovane che intende creare uno spazio di dibattito, di scambio di idee e di aggregazione. Come spesso avviene sono i problemi economici a tarpare i sogni ed è per questo che chiedono aiuto alla cittadinanza, chiunque volesse dare il suo contributo può farlo cliccando sul link: http://bit.ly/prestitozeno . Una bellissima collana ricavata da oggetti riciclati è stato il dono di Novella Comuzzi, da anni impegnata nel volontariato all’Ex OPP, ha voluto rimarcare come nel volontariato all’Ex OPP, ha voluto rimarcare come sia poco valorizzato uno degli spazi meglio curati di Trieste. Vile&Vampi hanno contribuito con un video satirico che ha divertito tutti i presenti. Trieste ha conquistato anche il cuore di Valentina Musco, originaria di Vercelli, attualmente al collegio del mondo unito di Duino. Le ha voluto portare due doni, una poesia scritta di suo pugno e un ramo spoglio simbolo sia della Bora, vento che spazza via le incomprensioni, sia delle radici che Trieste, a differenza di tutte le altre città, le ha saputo dare. Il regalo successivo, portato da Sandro Scandolo, è il premio Nobel a Abdus Salam. Memoria di un uno scienziato pakistano che giunto a Trieste fondò e diresse l’ICTP ma anche simbolo di quanto la scienza e il progresso sia fondamentale per il benessere di un paese, spiegando come la Cina, investendo nelle tecnologie, sia riuscita ad abbassare la percentuale di popolazione che vive sotto la soglia di povertà dai cinquanta ai soli tre percento. Laura Flores invece ha voluto donare alla città una poesia di Jorge Louis Borges, dopodichè è stato il turno di Pino Roveredo, scrittore triestino, che ha donato un calendario da vivere liberamente scorrendolo avanti e indietro nei mesi, come fosse una piccola macchina del tempo.
Non c’era miglior modo di concludere i festeggiamenti se non con della buona musica e dei balli. Sono stati i MaxMaber Orkestar a imbracciare gli strumenti ed ad incoraggiare i presenti a partecipare strumenti ed ad incoraggiare i presenti a partecipare attivamente ai festeggiamenti.
Un bellissimo compleanno per una bellissima città, piena d’arte e cultura pronta ad includere in se qualsiasi realtà, perchè la bellezza di Trieste sta, come tutti hanno convenuto, nel suo cosmopolitismo. Chi arriva in questa particolarissima città parte sempre un pò triestino, magari anche senza saperlo.

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