Next to Normal: cronaca di un successo

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foto2x2Si è chiuso domenica 20 marzo il primo tour della produzione italiana di Next to Normal, successo targato Broadway su libretto di Brian Yorkey e musiche di Tom Kitt.
Progetto fortemente voluto dal regista Marco Iacomelli, deciso a portare in Italia lo spettacolo vincitore nel 2010 di tre Tony Awards e del prestigioso premio Pulitzer alla drammaturgia – tradizionalmente intollerante ai musical –, Next to Normal vede in scena alcuni punti fermi del teatro musicale italiano assieme a qualche nuova scoperta.

Il cast italiano è formato da Antonello Angiolillo, applauditissimo al Rossetti in Priscilla nel 2013; Francesca Taverni, tra le migliori interpreti del teatro musicale italiano; Luca Giacomelli Ferrarini, che il pubblico triestino ha potuto apprezzare l’anno scorso in Romeo e Giulietta e che qui conferma le sue doti vocali non comuni; Laura Adriani, estremamente convincente nel suo ruolo pur se alla sua prima esperienza di teatro musicale; Renato Crudo e Brian Boccuni, per l’occasione sostituito dal regista Iacomelli. Un cast in grado di conquistarsi i favori di un pubblico non facile, quello modenese del teatro Storchi abituato più alla prosa che alle note rock del musical, e di guadagnarsi alla fine una meritatissima standing ovation, come già al teatro della Luna di Assago meno di un mese prima.

foto7x2Next to Normal è dunque uno spettacolo che piace. Piace al pubblico del musical, per la sua partitura originale ed assolutamente moderna, giocata sulla fusione tra stili diversi ed in cui risaltano le parti vocali estremamente complesse, interpretate magistralmente dall’ottimo cast italiano; ma piace anche a chi non è abituato al teatro musicale, per i testi mai banali e tradotti magistralmente – ed era ora, altri spettacoli ci avevano tristemente abituati ad uno standard ben diverso – e per il tema non convenzionale per uno spettacolo che vuole raccontarsi attraverso la musica.

Next to Normal mette in scena una tipica famiglia americana – padre, madre, figlio e figlia – la cui normalità apparente si sgretola davanti agli occhi degli spettatori canzone dopo canzone. La malattia mentale della madre è il fulcro su cui si costruisce la trama, in un rincorrersi di colpi di scena narrativi e musicali che catturano e a volte spiazzano lo spettatore fino al finale, potremmo dire, catartico. Ma non si pensi ad uno spettacolo pesante: il miracolo di Next to Normal è quello di riuscire a fondere non solo gli stili musicali ma anche i generi narrativi classici, passando fotocon naturalezza da un humour a volte tagliente a volte frivolo all’introspezione psicologica.

I personaggi sono di una profondità inedita per il teatro musicale: si è quasi costretti ad immedesimarsi – spesso a turno – in uno dei componenti della famiglia Goodman: la figlia ansiosa, la madre fragile, il padre angosciato o il figlio ribelle. Il testo, a cui le parole degli attori danno vita, diventa uno specchio in cui lo spettatore può cercare un pezzo di sé.

La sensazione di trovarsi di fronte a qualcosa di più del solito spettacolo assale all’improvviso tra una canzone e l’altra; all’ultima nota è ormai una certezza. Così come certi sono ormai i lunghi applausi tributati dal pubblico alla fine di ogni rappresentazione.

Scommessa vinta quindi per Iacomelli? In parte. Una certa miopia dei teatri italiani, legati alla visione classica del musical come prodotto leggero per famiglie, sta creando non poche difficoltà di distribuzione a questo spettacolo,
fotosicuramente meritevole di ben altre attenzioni.

Sono infatti solo cinque i teatri che hanno risposto favorevolmente alla sfida lanciata da Iacomelli per questo primo anno di tour: oltre allo Storchi di Modena e al teatro della Luna di Assago, lo spettacolo è andato in scena soltanto al teatro Coccia di Novara, al teatro Superga di Nichelino ed al teatro Colosseo di Torino.
Anche il pubblico triestino non ha quindi potuto assistere – almeno per ora – a Next to Normal, inspiegabilmente snobbato dai teatri cittadini. Non ci resta che aspettare la prossima stagione, con la speranza che i successi ottenuti ovunque sia stato rappresentato spingano più teatri ad accoglierlo a braccia aperte: Next to Normal merita di essere visto.
Attenzione: il rischio, serissimo, è che qualsiasi cosa vediate dopo non abbia lo stesso sapore.

Giulia Cocolo ©centoParole Magazine – riproduzione riservata.

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