Ugo Tognazzi: Se una cosa la ricordo, non la dimentico

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Ugo TognazziUgo Tognazzi, chi è costui? Attore, regista, sceneggiatore teatrale, cinematografico e televisivo italiano. Questo quello che potrebbe comparire oggi sul suo profilo Twitter. Radio 24 invece lo ricorderebbe come colui che “rivendicò il diritto alla cazzata” dopo essersi professato capo delle brigate rosse; uomo gravido di studi e letture che camuffò intelligenza sotto il velo della leggerezza; attore che rischiò la sua carriera come davanti ad un tavolo da gioco; unico padano in un palcoscenico di romani – della stoffa di Sordi, Mastroianni, Gassman e Manfredi – fu appassionato di eccessi e ignorante alle mezze misure; “Poi un giorno si svegliò e stava male, non accettava l’idea di invecchiare”: queste le parole del figlio Riccardo che descrivono un uomo la cui umanità traspariva anche dai personaggi che interpretava.

Ugo Tognazzi nacque a Cremona il 23 marzo del 1922. Cremona è la città in cui tornerà dopo vari spostamenti a seguito del padre, cercando lavoro e trovandolo a 14 anni, nel salumificio Negroni (quello che FA BUONI I SALUMI) come operaio. L’estro artistico però non gli diede tregua e iniziò sfogandolo nella compagnia filodrammatica del dopolavoro e poi, chiamato alle armi, nei ranghi della Marina, come protagonista di piccoli spettacoli di barzellette e imitazioni atti ad intrattenere i suoi compagni. La sua carriera evolverà portandolo tra quei divini artisti il cui stampo sarebbe utile oggi al mondo del cinema.
Credo, a mio personale avviso, inutile sia approfondire in questo contesto, il suo background artistico e personale, in quanto lo vedrei sicuramente screditato da qualsiasi esperto di cinema, wikipedia o tesizzando che sia. Mi piace molto di più l’idea di poter condividere cosa fu Tognazzi per me: fu la trilogia di Amici Miei che la prima cotta adolescenziale mi fece conoscere. Fu “Tragedia di un uomo ridicolo” che vidi in Campo Santa Margherita a Venezia con l’uomo che al tempo avrei voluto sposare. Ugo rappresenta per me, oggi, l’Associazione Culturale, tutta al femminile, di cui faccio parte la quale, volendo promuovere cinema, ha preso in prestito “Antani” come nome. Ugo è stato un grande personaggio. Per la città che l’ha visto nascere, che l’ha ignorato in cerca di fama, che lo rammaricò perché “mancantegli” considerazione ad ogni suo ritorno perché troppo bigotta per cogliere, oltre le scappatelle che lo contraddistinguevano, il suo grande talento. Per Cremona, Ugo Tognazzi rappresenta oggi un mito di cui impossessarsi e ricordare. Morto il 27 ottobre del 1990, a venticinque anni dalla sua scomparsa, due delle eccellenze culturali della città di Cremona, lo ricordano così.

Ci tengo a puntualizzare che Cremona, in memoria di Tognazzi, sta organizzando altro: la prima iniziativa è stata quella della creazione di un “Archivio Tognazzi”, da prima inesistente in Italia, che raccoglie video, immagini e documenti relativi all’attività professionale dell’attore, finalizzato alla digitalizzazione, allo studio e alla produzione di ricerche scientifiche. Questo fondo è custodito presso la Biblioteca del Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali dell’Università di Pavia – distaccamento di Cremona – con la direzione scientifica della cattedra di Storia del Cinema, e verrà aperto alla consultazione di studiosi e ricercatori. Per l’anniversario dell’attore, l’archivio presterà vario materiale al Museo del Violino – www.museodelviolino.org – che vedrà al suo interno allestita una mostra con gli originali manifesti, fotografie e altro proveniente anche da archivi privati. Per ulteriori informazioni  rimando alla consultazione del seguente sito internet: www.comune.cremona.it. 

Il Cinema FILO, in collaborazione con Associazione Antani ed il patrocinio e la collaborazione del Comune di Cremona, organizza il concorso nazionale per cortometraggi ‘COME FOSSE ANTANI’.

Il concorso si rivolge a tutti i videomaker italiani e stranieri che hanno prodotto nell’ultimo anno o producano cortometraggi che abbiano attinenza alla figura di Ugo Tognazzi, ai suoi personaggi, al suo stile di recitazione. In poche parole, per dirla alla Mascetti:
“Sbiliguda! Supercazzola prematurata? No, dico: prematurata la supercazzola? Con scappellamento a destra! No, volevo dire: occhiello di privilegio come se fosse Antani per lei”

La pagina si apre sul viso beffardo dell’attore sul quale scorre un inquietante countdown. Manca poco alla fine del concorso che scadrà il 30 settembre. Da quella data fino alla metà di ottobre una giuria selezionata – composta, tra nomi ignoti, dal regista cremonese Antonio Capra che valuterà la parte tecnica – provvederà alla scelta dei migliori cortometraggi che durante la serata del 27 ottobre verranno trasmessi e premiati alla presenza di chi vorrà partecipare e, si spera, di uno dei figli dell’attore.

Cinema FiloCinema Filo: Il masochismo di voler ostinatamente fare Cinema.

Ad eventi di bellezza intinti ci hanno ormai abituati. Bellezza come i locali che li ospitano, quelli di un teatro seicentesco in centro città. Il portone di vetro dietro al quale si scorge la tenda rossa pesante che ricorda a me di essere stata bambina dalla fatica di spostarla. La sala immacolata su due piani, con la balconata per pochi dalle gambe corte e la platea dalle sedie comode, con i braccioli bassi, grazie ai quali puoi ancora ancorarti alla mano del tuo fidanzato, se tu lo volessi.
La zona è quella verde dei Giardini di Piazza Roma. La via stretta dalla cui estremità si scorge l’insegna del cinema è sempre stata la Via del Filo. Non si sa quale nome abbia davvero. Non si sa se un nome ce l’ha davvero. Uno spazio meraviglioso. Un sala cinematografica che rischiava di sparire – come altre purtroppo del centro cittadino – che però è stata “salvata”, coccolata e riportata come avanguardia da due soggetti che presumo abbiano denaro da riciclare, altrimenti non mi spiegherei la decisione di investire in cultura in un momento storico che vede quella come la prima dei tagli italiani. Il sarcasmo mi accompagna nell’intervista di due uomini, due Signori non per età, ma per garbo, diversi, uniti da una grande amicizia e passione che, parole loro, è l’unica cosa che li ha spinti ad investire e che tutt’ora li spinge a restare ancorati ad una scelta che li impegna, ma allo stesso modo li soddisfa.
Cinema Filo“Volevamo riportare a Cremona una tipologia di cinema sparita ormai da anni, il cinema d’autore: e ci siamo riusciti. Ci piace l’idea di aiutare la gente a vedere buon Cinema. Ci piace conoscere il nostro pubblico. Ci piace che il pubblico si fidi di noi. Un nostro cliente affezionato, desiste alla visone se chi, alla cassa in quel momento, non ha un viso convincente. Ormai ci conosce e sa che sappiamo cosa gli piace”. Luca Beltrami e Giovanni Schintu. Quarantenni. Laureati. Con famiglia e posto fisso. Eppure. Eppure è romantico che la passione spinga ancora qualcuno a voler fare del buono per la propria città. Loro due, organizzatori e gestori di questo spazio, sono accompagnati da una cerchia di volontari che, come possono, gli danno una mano.
Il Cinema ritorna a Cremona, come a Cremona ritorna un uomo che la fece grande.
“Non partecipare come cinema agli eventi che la città sta organizzando in ricordo di Tognazzi ci sembrava una scelta imperdonabile. Allora ci siamo inventati questo concorso di cortometraggi che speriamo possa ripetersi. I nostri eventi non sono organizzati come unicum; vogliamo dare continuità agli sforzi che facciamo. Già sappiamo che lo ripeteremo, l’anno prossimo, magari in collaborazione con altre associazioni della nostra città.”
www.cinemafilo.com per chi fosse curioso di vedere cosa propone.
Non perdetevi questa meraviglia architettonica/culturale se passate dalle mie parti.

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Nessuna pubblicità per ciò che stanno escogitando. Di soppiatto, sottovoce. Interpellati dalla Giunta Comunale ed invitati in virtù di eventi di successo organizzati in passato, aderiscono all’iniziativa sull’attore cremonese in modo genuino ed inaspettato, come nelle loro corde.

Illustratori Conosciuti – tra i quali immagino, Guido Scarabottolo, Federico Maggioni e Gianni De Conno già ospitati da Cremona in occasione di concorsi internazionali per illustratori – dovranno interpretare le locandine di quei Film che, con Tognazzi, hanno fatto la storia del cinema. L’interpretazione è libera: nata dall’ascolto di una personale sensazione; come se il film uscisse adesso; come se quella fosse una semplice illustrazione pubblicitaria. L’esposizione, la cui data d’apertura è ancora ignota, prevederà che, accanto alla Locandina “originale”, ci sia quella riletta.
Una diatriba tra antico e moderno, tra ieri e oggi, tra l’infinito e il mai.
Cinema ed immagini. E vissero felici e contenti.

Spazio Tapirulan: l’immagine dell’editoria

La nuova sede è stata inaugurata il 30 maggio in occasione della premiazione dell’ottava edizione del concorso nazionale di poesia. Ci troviamo dietro al Duomo. In centro città. Quando piove, dalla pozzanghera di fronte all’ingresso, si specchia il Torrazzo, la torre campanaria in muratura più alta d’Europa. Il torrazzo; una delle tre “T” cremonesi insieme a Torrone e Tognazzi. Aggiungerei la quarta ora. Tapirulan: una voracità creativa contraddistingue l’Associazione. Il nuovo spazio espositivo minimal, moderno, è incantevole. Sulle pareti candide le illustrazioni di disegnatori provenienti da tutto il mondo (ora, per esempio, si può ammirare la mostra “Affiche 2015” con le immagini di Jean Jullien). Un tavolo di legno al centro della sala sorregge libri di illustrazioni, di racconti e di poesie. “Ecletticità” si respira nell’aria.

Spazio Tapirulan“Tapirulan nasce nel 1994 tra i banchi del liceo scientifico Aselli di Cremona quando un gruppetto di studentelli sfaccendati decise di dare vita ad un giornale umoristico. La fine del liceo pose fine anche a quell’intensa esperienza editoriale. Ma nel 2004, per iniziativa dei vecchi redattori del giornale e con l’ingresso di nuove leve, riprese l’attività fondando un’associazione culturale per promuovere e dare visibilità agli artisti contemporanei”.

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Nel sito www.tapirulan.it si legge quanto sopra: non perdetevi la bacheca ricca di eventi.
Ma la mia curiosità è troppo forte. Decido di chiamare il Direttore factotum Fabio Toninelli perché voglio sapere. Non riesco da sola ad immaginare. Cosa ci sarà dietro? Non ci dormo la notte. Ho le visioni di giorno. Ma perché Tapirulan? Molto disponibile ed indaffarato mi svela che non vendevano attrezzature ginniche no, che non prescrivono cure dimagranti, no. Tapirulan deriva da tapiro: l’animale brutto e goffo che il gruppo del liceo Aselli sentiva vicino negli anni in cui nacque quel rapporto che oggi è l’Associazione Culturale. Nata per gioco, per volontà di volersi auto-pubblicare, di farlo con gli amici e per gli amici, di sperimentare insegnamenti di webdesign; la prima costruzione fu quella del sito internet che ospitava, in anni vergini da socialnetwork, le elucubrazioni mentali letterarie del gruppo. Poi l’evoluzione in base alle contaminazioni artistiche: dipinti, disegni, grafica. Fino ad oggi. Oggi l’Associazione organizza esposizioni, mostre, concerti, spettacoli, concorsi di poesia, concorsi di illustrazione e narrativa. Tapirulan è anche una casa editrice (Edizioni Tapirulan) e pubblica libri di racconti illustrati, libri di poesia e fotografie nonché il calendario degli illustratori.

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Avviatami per necessità monetaria volendo soddisfare un desiderio erudito, mi ritrovo trentenne a “disaccontentare” mia madre non regalandole un erede, ma una quasi laurea in lettere. Necessitando di rientrare economicamente mi ritrovo cameriera in età poco consona all’impegno fisico necessario: turni di molte ore, perlopiù serali, per una che più giovane fu. Da ristorante, la mia carriera passa al catering scoprendo che questo, oltre ad accrescere la mia esperienza ed il mio conto in banca, aumenta il mio orgoglio femminile. L’unica donna in servizio insieme a flotte di giovani mascalzoni che, per salvaguardare una delle possibili prede, sarebbero disposti a qualsiasi complimento. Tranne uno. Lui: Il collega che ha i tuoi stessi gusti sessuali che tenta, in ogni modo, di screditarti alla faccia della maschile concorrenza. Non riuscendoci. Anche lui si innamora dell’unica cameriera donna perché questa, che sono io, ha frequentato la sua stessa facoltà universitaria, con gli stessi professori, con la stessa leopardiana passione. “Feci un corso di cinema” mi disse. “Con una professoressa di cui mi sfugge il nome” continuò “era un corso monografico meraviglioso, su Ugo Tognazzi”.

Un cinema. Una galleria d’arte. Il connubio culturale; la spinta memorialistica; l’anniversario di un grande attore mobilita due realtà diverse, accomunate dalla stessa passione per il bello, per la cultura. L’intelletto che vince sui tagli monetari. E poi ci sono io che ho la fortuna di conoscere queste realtà contaminanti, fatte di persone meravigliose che hanno avuto la pazienza di starmi a sentire. Grazie.

Serena Lampugnani © centoParole Magazine – riproduzione riservata

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