La ragazza di carta: quando realtà e fantasia letteraria si fondono

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Pila di libri“E fu così che, sdraiata sul pavimento della mia camera, lessi la parola che poneva fine al libro che avevo divorato in poco meno di una settimana”.

Non c’è lettore che non immagini, almeno una volta, di essere catapultato all’interno della storia che sta leggendo, diventare lui stesso il protagonista e vivere, anche solo per qualche ora, l’ebbrezza di confrontarsi con personaggi legati all’inchiostro stampato sulle pagine di un buon libro.

E se davvero potessimo avere la possibilità di dare un volto e un corpo in carne e ossa ad un personaggio letterario, quale sarebbe la nostra scelta?

Tom Boyd non ha nemmeno dovuto porsi la domanda. Scrittore di successo, dopo una tormentata storia d’amore con una giovane e promettente pianista si ritrova a dover lottare contro sé stesso, contro la voglia di gettare la spugna e di mandare in fumo la propria carriera. Soffocato dalla vita e sprofondato nella depressione più totale una notte trova una ragazza nella sua villa californiana che sostiene di essere la protagonista del suo romanzo, caduta nel mondo reale a causa di una frase lasciata a metà.

Questa la premessa dell’accattivante trama del romanzo “La ragazza di carta”. L’autore, Guillame Musso, è riuscito a conciliare in un unico libro l’amore per la lettura e quello per la scrittura. Una storia accattivante, dal ritmo incalzante e che permette al lettore di immergersi in un mondo a metà tra il reale e l’immaginario.

Il punto forte del romanzo? La cura per i dettagli e i particolari. Un esempio? L’autore ha deciso di aprire ogni capitolo con un aforisma, una frase ad effetto che potesse in qualche modo anticipare e riassumere ciò che il lettore avrebbe letto di lì a poco.

Tra le frasi che accompagnano l’esordio di ogni capitolo se ne legge una che non può di certo passare inosservata:

«Si può considerare il lettore protagonista del romanzo non meno dell’autore; senza di lui non si fa niente». (Elsa Triolet)

Non sono molti i libri in cui si rende omaggio al ruolo del lettore, molti autori scrivono ma si dimenticano che le loro storie prenderanno corpo nella mente di migliaia di persone, i loro personaggi assumeranno sfumature diverse nell’immaginazione di ogni singolo lettore.

A volte bisogna ammettere che è lo stesso lettore a non darsi importanza, sentendosi succube di ciò che sta leggendo e abbandonando il proprio punto di vista per lasciarsi influenzare dalle opinioni altrui.

Dobbiamo smetterla di sminuire il nostro ruolo di lettori, sia che siamo accaniti divoratori di pagine sia che siamo il classico lettore da “spiaggia”. Dopotutto siamo noi a decretare il successo di un libro, o no?

Alessia Liberti © centoParole Magazine – riproduzione riservata

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