Simone Cristicchi al Liceo Artistico “Nordio”

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Ieri, 13 marzo 2014, alle ore 11.00, presso il Liceo Artistico “Enrico ed Umberto Nordio” di Trieste, si è tenuto un incontro con l’artista Simone Cristicchi. L’evento è stato organizzato, in collaborazione con il Liceo “Nordio”, dall’Università Popolare di Trieste, dalla Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani Fiumani e Dalmati, dall’Associazione delle Comunità Istriane e dall’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia-Sezione di Trieste.

Simone Cristicchi al Liceo Nordio TriesteA presenziare all’evento sono stati il Vice Presidente dell’Università Popolare Fabrizio Somma, il Presidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Renzo Codarin, il Presidente dell’Associazione delle Comunità Istriane Manuele Braico e, per quanto riguarda il Liceo Artistico, la professoressa Manuela Cerebuch, il professor Renzo Grigolon e il dirigente scolastico Teodoro Giudice.

Dopo una breve introduzione, tenuta da Manuele Braico e dal professor Renzo Grigolon, inerente lo spettacolo ed il libro “Magazzino 18”, la parola è passata al cantautore romano, Simone Cristicchi, che ha voluto spiegare che cos’è, con parole sue, un artista.

“Noi artisti usiamo la nostra oggettività per raccontare, attraverso delle istantanee, quello che è il nostro mondo interiore. L’artista fotografa la realtà e racconta agli altri quello che è il suo occhio, la sua visione. Io ho cominciato a creare un mondo immaginario in seguito a un dolore molto forte che ho vissuto quand’ero adolescente, ossia la perdita di mio padre. Mi sono ritrovato all’improvviso senza questo punto di riferimento, ma questo dolore mi è servito, mi ha fatto meditare su tutto quello che avevo intorno. Da quel momento mi sono inventato un mondo bellissimo.”

L’artista, approfittando del fatto di trovarsi in una scuola d’arte, ha voluto raccontare ai numerosi studenti presenti la sua passione per il disegno, iniziata da ragazzo. A sedici anni, dopo aver rifiutato una proposta di lavoro della ‘Comic Art’, ha comunque continuato a disegnare, continuando a sognare – sogno poi realizzatosi – di poter un giorno conoscere il fumettista Jacovitti. Cristicchi manifesta chiaramente l’affetto e la gratitudine che gli riserva, e ha ricordato l’incontro con il vignettista con queste parole:

Io semplicemente fotocopiavo i suoi disegni, ero diventato un maniaco e riuscivo a ‘rifare’ Jacovitti nella stessa identica maniera, quasi impressionante. Sono andato a casa sua portando con me tutti i disegni che avevo fatto, disegni che riproducevano fedelmente il suo stile. Lui, dopo averli osservati, un po’ annoiato, mi disse: ‘Mi dispiace, non hai nessuna chance, perché mi stai fotocopiando, hai preso i miei disegni e li hai semplicemente copiati, tu non tornerai mai più in questa casa fino a quando non troverai il tuo stile, la tua voce, la tua unicità’.  Nei mesi successivi mi sono messo al lavoro, alla ricerca dei tratti che potessero rendermi unico, e questo è stato l’insegnamento più importante che credo, e spero, che anche i vostri insegnanti vi possano trasmettere, per spronarvi a conoscere voi stessi e le vostre potenzialità. Tornai da Jacovitti con un mio stile e lui mi prese sotto la sua ala protettrice e diventai, così, suo allievo.”

Durante un’estate, dopo aver smesso improvvisamente di disegnare, Cristicchi ha iniziato a suonare la chitarra, trovata in soffitta, trasferendo nelle canzoni la sintesi dei suoi fumetti:

Tutte le storie che raccontavo nei miei disegni le ho potute suonare con la chitarra, proprio perché il fumetto ti ‘regala’ lo strumento della sintesi; rappresentare una storia in poche pagine, anche in una pagina sola, come nelle famose vignette, che racchiudono una storia in 4-5 caselle, così succede anche in una canzone. Tu in tre minuti e mezzo devi riuscire a esprimere una storia. Molte delle canzoni incise nei miei dischi somigliano a dei fumetti, con un inizio, uno svolgimento e un finale a sorpresa. Dopo aver scoperto la musica ho fatto un’altra scoperta importante, quella della Memoria, ovvero raccontare storie del passato attraverso la voce di chi ha vissuto i diversi eventi.”

Dalla riflessione sui tanti silenzi, come quello del manicomio, quello del nonno Rinaldo che aveva sempre freddo, probabilmente a causa del clima rigido che aveva subito durante la guerra in Russia, e infine il silenzio del “Magazzino 18” , un silenzio che lo scrittore triestino Claudio Magris definisce oltraggioso, è nato il suo grande interesse per la Memoria, anche quella suggerita dagli oggetti, che sopravvivono all’essere umano e portano con sé infinite storie.

Cristicchi ha voluto sottolineare l’importanza del saper ascoltare gli altri e ha voluto comunicare, agli studenti, il seguente, profondo, messaggio:

Quello che oggi voglio trasmettervi, è la curiosità. Siate sempre curiosi, perché dalla curiosità possono nascere delle idee, dei punti di vista sulla realtà, punti di vista inediti, vostri, personali. Se noi siamo chiusi nel nostro mondo e non rivolgiamo la nostra attenzione all’altro, e ai suoi racconti, non arriviamo da nessuna parte. Oggi abbiamo l’opportunità di viaggiare su internet, abbiamo Youtube, Facebook, Twitter e tante altre cose, ma in realtà questi mezzi ci hanno allontanato un po’ tra di noi. Sono diventati quasi un ostacolo, perché avere a disposizione una massa infinita di informazioni è come non averne più nessuna, perciò vi invito a ritornare all’oralità, alla parola, all’incontro con l’altro; possono essere i vostri parenti, i vostri amici, i vostri conoscenti. Vi invito ad essere curiosi e ad ascoltare gli altri, perché chiunque può essere, per noi , una grande fonte di ispirazione. L’artista racconta quello che vedono i suoi occhi puntati su un mondo sconfinato, non può raccontare sicuramente qualcosa che avviene dentro a una piccola stanza. L’arte dev’essere sempre in movimento, deve tener vivi gli animi, deve essere un’ entità in continua evoluzione che trasporta con se il nostro spirito di artisti,  che ci fa vedere il mondo da diversi punti di vista. 

Dopo queste sentite parole, Simone Cristicchi ha salutato il pubblico con un breve e divertente monologo contro la guerra.

 

Nadia Pastorcich © centoParole Magazine – riproduzione riservata

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